domenica 15 agosto 2010

Lettera (rivolta a chi?) dell'avvocato Daniele Stoppello (responsabile legale Arcigay):
excusatio non petita...

Carlo Guarino (Arcigay Roma) ha pubblicato su Facebook la seguente nota

Pubblico la lettera dell'Avvocato Daniele Stoppello, il responsabile dell'Ufficio Legale di Arcigay Roma da sempre impegnato per assicurare giustizia alle vittime dell'omofobia e della transfobia.
Una lettera rivolta a chi? Pubblicata dove?  Ah saperlo!

Siamo alla terza lettera dopo quella aperta di Valerio De Santis (sempre su Facebook, ma riproposta anche dal Corriere della Sera), e quella di R.C. uno dei due ragazzi cacciati dal Settimo Cielo, pubblicata dal sito  Arcigay Roma.

A lui si devono, tra le altre cose, la costituzione di parte civile di Mario Chinazzo nel processo contro l'assassino del suo compagno - è la prima volta per una coppia gay - e il riconoscimento di Arcigay Roma come parte civile nel processo contro Svastichella condannato a 7 anni grazie al suo lavoro. Daniele Stoppello, con le sue consulenze legali gratuite ha fatto sì che la giurisprudenza assumesse, per la prima volta, posizioni storiche.

"Nel far riferimento al recente episodio dell'allontanamento di due ragazzi gay dallo stabilimento Settimo Cielo di Roma,
Aridaje co 'sto stabiliento! E' un chioscooooo!!!
con queste brevi considerazioni intendo sottoporre alla vostra attenzione
All'attenzione di chi? A chi si sta rivolgendo?!?!
alcuni fatti, che peraltro è  mia intenzione segnalare nel breve termine all'Autorità Giudiziaria,  per offrire il quadro esatto e completo nel quale questa triste vicenda s'innesta.
Lei non sai chi sono io, insomma.
Sono apparsi recentemente su alcuni siti dei commenti con i quali si è cercato di far apparire inattendibili i casi di discriminazione.
I casi? Questo caso... Non inattendibile ma sicuramente da verificare, troppe le ombre e i dettagli non chiari...
Che l'avvocato dica all'Autorità Giudiziaria che ci sono stati commenti sui blog è irrilevante, visto che il decreto intercettazioni ancora non è stato promulgato (o sì?) e che comunque il diritto di dissentire e di sollevare i dubbi è diritto costituzionale...
Ma proseguiamo.

Non si può ignorare, tuttavia,  che a fronte di episodi tanto gravi quali più volte verificatisi ai danni delle persone LGBT  l'atteggiamento più comune, scontato e prevedibile da parte degli aguzzini e dei loro collusi è quello di gettare fango su chi li accusa, su chi denuncia, e ciò con tanta più cinica sistematicità quanto più pesanti sono gli episodi narrati e coerente la loro ricostruzione.
In Italia c'è la presunzione di innocenza. Dunque presunti aguzzini (e poi, se il "dipendente" del Settimo cielo è un aguzzino, Svastichella cos'è?) e presunti collusi.
Poi non si capisce perchè parla al plurale quando l'unico caso di aggressione omofoba messo in discussione è quello di Settimo Cielo, non certo gli altri (che, in ogni caso, non mi risulta siano seguiti da Stoppello...).
Ciò posto tengo a precisare che  non permetterò a nessuno di mettere in dubbio la mia oggettività e serietà professionale anche rispetto a questa vicenda, e proprio per questo  condanno con sdegno fin da subito tutte quelle affermazioni immorali e illecite secondo le quali, avrei dovuto "confrontarmi direttamente" con il gestore dello stabilimento solo perché gayfriendly (nel senso che affitta sdraio ombrelloni e canotti per gay, lesbiche e trans) e quindi sicuramente più credibile di due ragazzi ventenni,  per poi eventualmente bacchettare i miei assistiti ed invitarli a desistere dalla loro richiesta di giustizia.
Ehm... Nessuno ha mai messo in causa l'avvocato. Non io (ma non è certo di me che parla l'avvocato, manco sa che esistiamo io e il mio blog piccino picciò) né, per fare uno dei tanti esempi, Cristiana Alicata che sul suo Blog (e su Facebook) ha scritto:

Se mi avessero raccontato una cosa del genere, fossi stato il presidente di un'associazione gay mi sarei informato bene, avrei chiamato il titolare, ci sarei andato. Se davvero conoscessi la realtà romana, non ci avrei creduto e avrei approfondito. 

dove non si parla dell'avvocato, ma del presidente di Arcigay Marrazzo (Fabrizio).
Allora l'avvocato, che c'entra?!?!

Excusatio non petita, accusatio manifesta...

Ebbene, mai e poi mai nel corso della mia attività professionale dopo aver ricevuto un incarico da qualcuno e dopo aver  valutato la sua posizione, ho contattato l'avversario, il molestatore l'aggressore per trovare un "accomodamento"
scusi, avvocato...
tenuto conto che un simile comportamento oltre ad essere  espressamente vietato dalla legge e  dal codice deontologico è oltremodo immorale e vergognoso.
avvocato...
Esso infatti configura l'ipotesi tipica del cosiddetto INFEDELE PATROCINIO, il TRADIMENTO DEL PROPRIO ASSISTITO,  il più IGNOBILE REATO che può commettere un avvocato, le cui uniche fonti di prova sono e devono essere quelle offerte dal suo ASSISTITO e dalla LEGGE, giammai quelle riferite all'orecchio dell'avversario che ha un interesse contrapposto.
Avvoca'
Se poi  i commentatori sono abituati  ad avvalersi  di professionisti dell'inciucio e del compromesso facile,  è affar loro,  ma tacciano  sull'operato di quelli seri che, invece, della giustizia hanno fatto uno scopo della loro vita.


D'altra parte, se dovessi dar credito ai cervellotici ed infedeli commentatori al processo di appello dovrei sposare la difesa di Svastichella (anche lì non era un bacio ma molto di più ed anche lì era pieno di bambini) e dovrei quindi  sollecitarne l'assoluzione, ed invece assicuro tutti che darò aspra battaglia nel corso di quel processo e di tutti gli altri procedimenti che mi vedranno impegnato.


Avvocato Daniele Stoppello

Si plachi avvocato, non ce l'avevamo con lei, ma con Marrazzo.
Lei faccia il suo lavoro, sereno, tranquillo, indisturbato.
Le auguriamo tutti buon lavoro e grande successo in tutte le sue cause.

Io non so cosa è davvero successo a settimo cielo. Ma se dei dubbi legittimi e perfettamente legali in uno stato democratico diventano affermazioni immorali e illecite il dubbio che in questa storia ci sia qualcosa che non va invece di diminuire aumenta.

Ammettendo pure (ma non concedendo) che i due ragazzi siano stati cacciati dalla spiaggia (a quale titolo essendo una spiaggia libera?) tutto questo chiasso intorno al caso a chi giova?
Alla denuncia dell'omofobia galoppante?
Alla tutela dei due giovani?
Mi sembra che non si parli ne dell'una né degli altri (a proposito si può sapere chi sono? Perché non ci mettono la faccia come facciamo tutti quanti noi?) ma solamente di Arcigay e di chi ci lavora e adesso anche di chi si sente chiamato in causa quando nessuno ha mai fatto il suo nome o si è riferito a lui (ma magari qualcun altro gli ha fatto venire la coda di paglia...).

Se leggete su Facebook il clima da caccia alle streghe
(Cominciamo a pulire l'interno del movimento dalle scorie e poi forse riusciremo ad andare avanti
le voglie delatorie come ai tempi di Mussolini
(voglio che vengano fatti anche i nomi e i cognomi di coloro che a parole dicono di lavorare per la comunità gay e a fatti continuano indisturbati ad infangare chi veramente opera per il bene del popolo GLBT ma i nomi si sanno, che forse non firmiamo o mettiamo la faccia in quel che scriviamo?)
vi renderete conto di quanto a Roma il conflitto di interessi (economico, politico, personale) abbia inquinato certo associazionismo, che, privo di qualunque pudore, non si ferma davanti a nulla e usa le stesse armi di Berlusconi: la menzogna, la minaccia, l'allusione.

Non ci resta che vedere fin dove questa storia arriverà, intanto, fermo restando che un errore lo può fare chiunque, chi è in buona fede e chi no è ormai chiaro anche alle pietre.

L'Italia più arretrata di Cuba!

E mentre Castro compie 84 anni e la sua morte, per quanto tardiva, sarà comunque liberatoria, quando arriverà, anche lo stato comunista omofobo par excellence  corre ai ripari e dopo anni di interdizioni e campi di rieducazione (ma a sinistra l'icona di Castro è la più refrattaria a qualunque critica), di divieti di esercitare la professione per i medici e insegnanti (per tacere degli studenti)* Mariela Castro Espin, figlia del dittatore, direttrice del Cenesex** (Centro Nazionale di Educazione Sessuale) impegnata da sempre a combattere l'omofobia della società cubana e dello stesso partito comunista, ha dichiarato in un'intervista pubblicata da Marie Claire (fonte, Ansa):
In autunno presenteremo un progetto di legge per le unioni legali delle coppie di fatto" (...) la battaglia per i diritti umani deve includere anche quelli per una libera identità e sessualità. Al Cenesex (...) lottiamo contro l'omofobia. Teniamo corsi di educazione sessuale a cui partecipano gay, lesbiche, trans e le rispettive famiglie, perché è lì che si annida la violenza. Abbiamo corsi anche per avvocati, poliziotti, medici, per prevenire ogni tipo di discriminazione. Tra i nostri sessanta educatori ci sono persone di ogni orientamento sessuale. Il socialismo a Cuba ha commesso errori ma su questi temi (...) ora il mio Paese è tra i più avanzati dell'America latina.
Ecco.
Il mio di paese, l'Italia, invece, è tra i più arretrati del mondo occidentale e, quanto pare, non solo.


Buon ferragosto!




*Nel '71 il documento finale del primo congresso sull'educazione e la cultura scrive: "É nostro principio che le manifestazioni di omosessualità non possono essere tollerate". Il governo agisce in base alle conclusioni del congresso, e professori e studenti in sospetto di omosessualità vengono estromessi dalle scuole superiori e dalle Università. Vengono istituiti corsi per insegnare ai docenti a selezionare gli studenti in base alle loro "tendenze omosessuali".
(...) Nel 1978 il consiglio dei ministri ha impedito ai medici omosessuali di esercitare la professione, mentre lo statuto dei lavoratori sancisce l'immediato licenziamento per coloro che manifestano atteggiamenti omosessuali. (fonte Il Manifesto, 7 maggio 1987) 

**il Cenesex non è un ente pubblico ordinario ma ha la facoltà di promozione legislativa e un seggio permanente all'Assemblea. A settembre, la 'battaglia' si sposterà quindi all'Assemblea Nazionale Cubana. Nel 2008 ha convinto il governo, non senza contrasti, a dare il via libera alle operazioni gratuite per il cambiamento di sesso (dieci interventi già conclusi, trenta persone in attesa) (fonte Ansa)

"Tanti baci" manifestazione contro l'omofobia a Torre del Lago (Lucca)



Come può offendere un bacio? Una carezza, un abbraccio, una passeggiata mano nella mano, un bacio sono elementi fondamentali con cui due persone si trasmettono la propria affettività. E se questo è dato in pubblico, pur nel rispetto delle leggi vigenti e ancor di più nel rispetto del buon gusto, chi mai potrà offendere, anche se è tra due persone del medesimo sesso?

Oggi, questa estate, anche questo diritto minimale all'affettività tra due persone dello stesso sesso è messo in discussione. A Napoli, Pescara, Cagliari, Milano, Roma o nelle spiagge di Torre del Lago, Gaeta e del Piave, c'è sempre qualcuno che si sente offeso e redarguisce la coppia che si da un innocuo bacio, insultando, chiamando la polizia per chissà quale controllo o addirittura, in certi casi, arrivando alla violenza fisica. E' l'omofobia del nuovo millennio questa. Né più né meno.

In un secolo in cui gay, lesbiche, bisessuali e transessuali sono usciti dalle catacombe e si sentono giustamente in diritto di esprimere la propria affettività per strada, su una spiaggia, su un muretto in attesa del tramonto, specie d'estate quando tutti siamo un po' meno rintanati nelle proprie case e nei locali chiusi, c'è sempre qualcuno che si sente in diritto di difendere il buon gusto, - assurdamente, secondo loro - violato da un innocuo gesto d'amore.

I paladini dell'ordine costituito sono gli stessi che sessanta anni fa si scandalizzavano per un bacio tra due giovani fidanzati, che trent'anni fa lo facevano per un costume a due pezzi e dieci per una donna in topless. Oggi, con l'omofobia non più accettata socialmente, se la prendono con due innamorati che camminano mano nella mano e anche i più tolleranti sono sempre pronti a dire che sicuramente i due stavano esagerando, che era qualcosa di più che un bacio. E le istituzioni in gran parte latitano, così come la politica che non sente neppure l'esigenza di reclamare il diritto all'affettività come uno dei diritti fondamentali dell'individuo.

Da qui, da questa Torre del Lago che ci dicono esempio nazionale di integrazione tra turismo omosessuale e turismo familiare, su cui ormai tacciono persino i partiti politici più conservatori, col bacio di oggi di noi tre coppie "lgt" (lesbica, gay e transessuale) sulla spiaggia gay più nota e più frequentata d'Italia vogliamo lanciare un appello alle persone lgbt di questo paese.

Ribellatevi. I vostri baci, i vostri abbracci e le vostre carezze non devono offendere nessuno e non violano nessuna legge dello Stato. Anche se fatte di fronte ad un bambino, al massimo costringeranno i suoi genitori a spiegargli che l'amore non ha limiti e può esistere anche tra due persone dello stesso sesso: crescerà solo più tollerante e aperto e saprà camminare senza commettere gaffes in ogni angolo d'Europa e del mondo.

Ribellatevi. Chiamate le autorità, perché nessuno può invocare gli atti osceni in luogo pubblico per un bacio. Chiamate le associazioni lgbt, perché questi episodi vanno denunciati. Reagite con la parola e l'ironia, perché è nel nostro DNA saperle usare bene.

“L'amore che non osa dire il suo nome” deve rimanere una frase che non descrive né l'oggi né l'ieri, ma un tempo passato fatto di repressione, catacombe e sofferenze in cui nessuno ci può ricacciare. Ciascuno di noi ha un'arma che è data dai suoi diritti, dalla sua lingua, dalle sue capacità: tiriamola fuori.

Noi lo facciamo dandoci un bacio con le nostre e i nostri rispettivi compagne e compagni mercoledì 11 agosto alle ore 17, nella parte più centrale della Lecciona. La chiamiamo "Tanti baci" l'iniziativa, perché è quello che scriviamo sulle cartoline dalle vacanze estive e perché sono tanti, tantissimi i baci che vorremo vedere copiosi tra le coppie di qualunque genere, facendo trionfare l'amore sull'odio. Sempre.

Anna Paola Concia, parlamentare lesibca Pd, e la sua compagna Ricarda
Alessio De Giorgi, direttore di Gay.it, e il suo compagno Lorenzo
Regina Satariano, attivista transessuale, e il suo compagno Luca (
fonte Repubblica)