venerdì 14 dicembre 2012

XLVI Giornata mondiale della pace. Quello che ha veramente detto Papa Benedetto XVI

Lo avrete letto tutti e tutte perché ha colpito la rete come un tzunami.
Nel messaggio del santo padre Benedetto XVI  per la celebrazione della XLVI giornata mondiale della pace sarebbero contenute le seguenti affermazioni come riportato, abbastanza artatamente, dalla stampa nazionale..
Il Papa: «Matrimoni gay, un’offesa contro la verità» (secolo xix)

Papa: “I matrimoni gay sono una ferita alla giustizia e alla pace” (il fatto quotidiano)

Il Papa contro le nozze gay: offesa alla persona (Corriere della sera)


Il Papa ribadisce il "no" della Chiesa ai matrimoni gay: "Feriscono pace e giustizia" (tgcom24)

Secondo un po' tutti papa Benedetto XVI avrebbe detto che
I «tentativi» di rendere il matrimonio «fra un uomo e una donna» «giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione» sono «un’offesa contro la verità della persona umana» e «una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace». 
(secolo xix) e (Corriere della sera) e (tgcom24)

Il pontefice, nel suo messaggio per la Giornata mondiale della pace, definisce i tentativi di accomunare i matrimoni gay a quelli fra uomo e donna “un’offesa contro la verità della persona umana” e “una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace”. (il fatto quotidiano)
Io che non mi accontento mai di fonti di seconda mano sono andato a leggere il messaggio del papa così come è pubblicato dal sito www.vatican.va

La parte estrapolata riportata dai quotidiani si trova nel paragrafo 4 dal titolo Operatori di pace sono coloro che amano, difendono e promuovono la vita nella sua integralità  che merita un colpo d'occhio più generale prima di entrare nel merito del matrimonio.

Operatori di pace sono coloro che amano, difendono e promuovono la vita nella sua integralità

4. Via di realizzazione del bene comune e della pace è anzitutto il rispetto per la vita umana, considerata nella molteplicità dei suoi aspetti, a cominciare dal suo concepimento, nel suo svilupparsi, e sino alla sua fine naturale.
Qui ci si riferisce cioè all'aborto, al testamento biologico e all'eutanasia. 
Veri operatori di pace sono, allora, coloro che amano, difendono e promuovono la vita umana in tutte le sue dimensioni: personale, comunitaria e trascendente. La vita in pienezza è il vertice della pace. Chi vuole la pace non può tollerare attentati e delitti contro la vita.
Coloro che non apprezzano a sufficienza il valore della vita umana e, per conseguenza, sostengono per esempio la liberalizzazione dell’aborto, forse non si rendono conto che in tal modo propongono l’inseguimento di una pace illusoria. La fuga dalle responsabilità, che svilisce la persona umana, e tanto più l’uccisione di un essere inerme e innocente, non potranno mai produrre felicità o pace.
I neretti sono miei. 

Nel discorso non ci si riferisce alla legge sull'aborto esistente in Italia, così come non ci si riferisce a nessuna legge che già rende l'aborto legale, ma si va contro chi sostiene la liberalizzazione dell'aborto, lasciando intendere cioè che l'aborto ancora non lo sia e che lo si voglia rendere libero.

Questo, naturalmente perchè il Papa non si rivolge solo all'Italia ma all'universo mondo, ma così facendo il papa raggiunge un duplice scopo:

nel suo messaggio non si può ravvisare apologia di reato nei paesi in cui l'aborto è già legale e dove dunque come tale la legge di Stato deve essere recepita e rispettata;

non ammettendo che l'aborto già ci sia ma paventando una sua liberalizazzione si stigmatizzano non già le leggi esistenti ma chi sostiene la sua liberalizzazione lasciando intendere che chi vuole liberalizzarlo lo vuole senza regolamentazione alcuna, ignoranti di fatto le legislazioni vigenti in molti stati occidentali.

Inoltre si dà per scontata la semplificazione ideologica che vuole l'aborto come  uccisione di un essere inerme e innocente.
Per una religione che mangia il corpo e beve il sangue del figlio del suo dio (padre, dunque maschilista) non c'è male...

Come si può, infatti, pensare di realizzare la pace, lo sviluppo integrale dei popoli o la stessa salvaguardia dell’ambiente, senza che sia tutelato il diritto alla vita dei più deboli, a cominciare dai nascituri? Ogni lesione alla vita, specie nella sua origine, provoca inevitabilmente danni irreparabili allo sviluppo, alla pace, all’ambiente. Nemmeno è giusto codificare in maniera subdola falsi diritti o arbitrii, che, basati su una visione riduttiva e relativistica dell’essere umano e sull’abile utilizzo di espressioni ambigue, volte a favorire un preteso diritto all’aborto e all’eutanasia, minacciano il diritto fondamentale alla vita.
Quindi mentre si critica il relativismo che tramite espressioni ambigue riconosce eutanasia e aborto si equiparano due cose completamente diverse (il feto non è certo una persona), lasciando intendere che l'eutanasia significhi  uccidere una persona basta che questa ne esprima il desiderio.
Anche la struttura naturale del matrimonio va riconosciuta e promossa, quale unione fra un uomo e una donna, rispetto ai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione
attenzione non si parla di estensione del matrimonio anche alle persone dello stesso sesso ma di rendere il matrimonio, l'unico che merita questo nome, quello tra uomo e donna, giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione.

Non rendere quelle pari al matrimonio, ma rendere il matrimonio equivalente (non uguale) a quelle. Interessante ribaltamento di punto di vista.
Non riconoscere alle unioni omosessuali (anche se la parola non viene mai usata) lo statuto di matrimonio ma rendere il matrimonio equivalente a quelle unioni. Insomma in nessun caso la chiesa riconosce la possibilità che il l'unione tra persone dello stesso sesso sia un matrimonio che rimane etero (e religioso)
che, in realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale.
Quindi rendere il matrimonio (quello etero, per la chiesa l'unico davvero tale) giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione danneggia la sua struttura naturale e contribuisce alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale (che, in ultima analisi è quella di fare figli).

Il documento dunque non sta dicendo di no alle unioni  tra persone dello stesso sesso, non sta nemmeno misconoscendo la legittimità di queste unioni, sta ribadendo solamente la loro radicale forma diversa di unione rispetto al matrimonio (etero e religioso).

Queste forme diverse di unione danneggiano il matrimonio eterosessuale (e religioso) solo nella misura in cui il matrimonio eterosessuale e religioso viene loro equiparato.

Dunque visto che se in Italia mai ci fosse l'estensione al matrimonio civile anche per le persone dello stesso sesso questo riguarderebbe solamente il matrimonio civile e non quello religioso, non vedo dove si porrebbe il problema.

Nessuno può obbligare la chiesa a sposare due uomini e due donne.

Certo se la legge italiana prevedesse l'estensione del matrimonio questo diritto renderebbe più evidente la scarsa tolleranza che la chiesa dimostra in molti campi.

Per restare in quello del matrimonio giova ricordare che per l'ufficio matrimoni della chiesa cattolica le persone di sesso diverso che sono sposate solamente con il rito civile hanno contratto un matrimonio irregolare:

Situazioni irregolari e riflessi pastorali

IV - Sposati solo civilmente

S’intendono sposati solo civilmente quei cristiani battezzati che pur non avendo alcun impedimento a celebrare il matrimonio in Chiesa scelgono volutamente il rito civile.
La «Familiaris consortio» (n. 45) ricorda che per i cattolici l’unico matrimonio valido che li costituisce marito e moglie davanti al Signore è quello sacramentale. Il Battesimo, infatti, impegna i cristiani a celebrare ed a vivere l’amore coniugale nel Signore.
La comunità cristiana deve conoscere i motivi che hanno portato questi fratelli a scegliere il matrimonio civile e a rifiutare quello religioso, come ad esempio la perdita della fede, il rifiuto di una celebrazione sfarzosa e poco evangelica, la tendenza a vivere l’unione civile quasi come un esperimento.
Contestualmente la comunità li aiuti a recuperare il significato e la necessità che la loro scelta di vita sia coerente con il Battesimo ricevuto, e nell’eventualità di una richiesta di matrimonio religioso, dovrà verificare che i giovani siano pentiti e disposti a ritornare in comunione con la Chiesa riprendendo la frequenza della pratica religiosa e che la loro richiesta di matrimonio sia intesa come scelta unica e indissolubile.
Fino a quando i cattolici sposati civilmente rimangono in questa situazione di vita non possono essere «ammessi all’Assoluzione sacramentale, alla Comunione eucaristica e neanche alla Cresima, né è possibile affidare loro incarichi o servizi che richiedono una pienezza di testimonianza cristiana e d’appartenenza alla Chiesa».

Nulla di nuovo a ben vedere, sul fronte occidentale, oltre a constatare per l'ennesima volta che la chiesa è reazionaria.

La scoeprta dell'acqua calda.

Se non fosse però per quanto viene detto subito dopo.
Questi principi
ricordiamoli

Via di realizzazione del bene comune e della pace è anzitutto il rispetto per la vita umana, considerata nella molteplicità dei suoi aspetti, a cominciare dal suo concepimento, nel suo svilupparsi, e sino alla sua fine naturale.


E anche

la struttura naturale del matrimonio va riconosciuta e promossa, quale unione fra un uomo e una donna, rispetto ai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che, in realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale.


non sono verità di fede, né sono solo una derivazione del diritto alla libertà religiosa. Essi sono inscritti nella natura umana stessa, riconoscibili con la ragione, e quindi sono comuni a tutta l’umanità.
I neretti sono miei.

Questa affermazione non potrebbe essere più totalitaria.

La morale cattolica non costituisce verità di fede ma si pretende principio comune a tutta l'umanità.

Fosse per la chiesa, insomma, non solo metterebbe ancora i sodomiti al rogo ma manderebbe ancora la polizia in casa a chiedere perchè non si è andati a messa (succedeva nella Roma del 1800...)... 

E' che non glielo lasciano fare in nome del relativismo.
L’azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa.
Non si tratta solo della solita vecchia solfa.
Dio ti ama anche se tu non lo vuoi.

Stavolta è peggio. Le idee del Vatic-ano  sono universali e tutte le persone devono ottemperare.

Senza possibilità di replica.

Per un messaggio per la celebrazione della XLVI giornata mondiale della pace non c'è male.

D'altronde lo aveva già detto il cristiano Vegezio: Si vis pacem para bellum Se vuoi la pace prepara la guerra.

La guerra della chiesa contro la libertà di pensiero, una delle basi della democrazia, cui la chiesa nega diritto di cittadinanza arrogandosi il diritto di parlare non già a nome della fede ma a nome dell'umanità intera, a prescindere dalla fede qualunque essa sia, imponendo i suoi valori all'universo mondo.

Hail Ratzinger!
Tale azione
quella della chiesa di promuovere questi principi
è tanto più necessaria quanto più questi principi vengono negati o mal compresi, perché ciò costituisce un’offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace.
Ecco dunque che i mass media hanno smeplificato.

Non è il matrimonio civile  - che la chiesa non riconosce come tale ma come forme radicalmente diverse di unione - a costituire un’offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace ma cioè accade quando i principi della chiesa vengono negati o mal compresi.
E' il principio stesso di democrazia a offendere e ferire!

Perciò, è anche un’importante cooperazione alla pace che gli ordinamenti giuridici e l’amministrazione della giustizia riconoscano il diritto all’uso del principio dell’obiezione di coscienza nei confronti di leggi e misure governative che attentano contro la dignità umana, come l’aborto e l’eutanasia.
Eludendo di fatto una legge di stato.
Tra i diritti umani basilari, anche per la vita pacifica dei popoli, vi è quello dei singoli e delle comunità alla libertà religiosa. In questo momento storico, diventa sempre più importante che tale diritto sia promosso non solo dal punto di vista negativo, come libertà da – ad esempio, da obblighi e costrizioni circa la libertà di scegliere la propria religione –, ma anche dal punto di vista positivo, nelle sue varie articolazioni, come libertà di: ad esempio, di testimoniare la propria religione, di annunciare e comunicare il suo insegnamento; di compiere attività educative, di beneficenza e di assistenza che permettono di applicare i precetti religiosi; di esistere e agire come organismi sociali, strutturati secondo i principi dottrinali e i fini istituzionali che sono loro propri.
Dunque anche di discriminare le persone omosessuali, o qualunque altra  categoria si pone fuori dalla morale cattolica che si pretende valere per l'umanità tutta.
Dunque la chiesa ha diritto a agire violando i principi della nostra (o altrui) Costituzione.

Purtroppo, anche in Paesi di antica tradizione cristiana si stanno moltiplicando gli episodi di intolleranza religiosa, specie nei confronti del cristianesimo e di coloro che semplicemente indossano i segni identitari della propria religione.
Fosimo in un film di fantascienza dopo queste affermazioni l'intero corpo ecclesiale sarebbe stato fisicamente sterminato e messo a tacere per sempre.

Purtroppo c'è la Costituzione


Il resto del paragrafo difende il diritto al lavoro, completando la quadratura del cerchio. Si vis panem para bellum, e qui ci interessa poco.

Dunque tutti i giornali invece di dare la notiza nella sua interezza, cioè, più o meno:

l'assolutismo di Benedetto XVI pretende che la morale cattolica non sia verità di fede, né solo una derivazione del diritto alla libertà religiosa, ma un principio inscritto nella natura umana stessa, riconoscibile con la ragione, e dunque comune a tutta l’umanità. No all'aborto, all'eutanasia né all'equiparazione di forme radicalmente diverse di unione al matrimonio che rimane religioso e tra uomo e donna 

preferisce semplificare parlando di no al matrimoni gay (che è termine che la chiesa non si sognerebbe mai di usare)  ridimensionando il portato antidemocratico e totalitarista della chiesa relegandolo all'orticello dei diritti - non diritti di froci (e delle lesbiche).

D'altronde se anche il PD propende per una civil partnership alla tedesca (con forte sperequazione fiscale) come meravigliarsi di questa vulgata?


Moriremo tutti vatic-ani.


Un fatto è certo.

La classe delle giornaliste e dei giornalisti italiani va esautorata perchè sono servi, serve, del potere, sempre e dovunque questo si applichi.



IL VATICANO - e la stampa- DANNEGGIANO ANCHE TE.

NON SOLAMENTE I FROCI E LE LESBICHE.

DIGLI DI SMETTERE.

Ferisce più un clichè... Sull'ennessima macchietta del gay effeminato nel trailer del cinepanettone Colpi di fulmine

In sala dal 13 dicembre, con 700 copie..., tecnicamente non un cinepanettone visto che il film non è ambientato durante le vacanze natalizie, Colpi di Fulmine di Neri Parenti, con Christian De Sica, Lillo e Greg, Anna Foglietta, e Arisa, racconta due storie d'amore.
Nel film De Sica si traveste da prete per sfuggire alle forze dell'ordine e si improvvisa parroco in un piccolo centro. Qui lo vediamo separare le persone in base ai peccati capitali quando un giovane parrocchiano si sposta da un gruppo per dirigersi di corsa verso un altro. Alla domanda E te mo ddo stai annà? il ragazzo risponde con voce leziosa e affettata tra i golosi. La battuta di De Sica ve la lascio immaginare.



Situazione da barzelletta e allusione al fatto che il frocio, anzi, la checca, è golosa di cazzo.
Così con una battuta si portano a casa due colpi. Due concetti: il cazzo piace, e ai froci piace di più.
Non solo. Al frocio piace il cazzo. Punto.

E vediamo come è descritto questo giovane omosessuale.

Cardigan di colore sobrio,  c'è la crisi..., portato sopra una canotta che lascia intravvedere un petto glabro.
Foulard che si intona al cardigan arrotolato attorno al collo, Jeans chiaro, capello corto ai lati col ciuffone sopra e borsa femminile (lo si capisce dai generosi manici senza tracolla) che porta con inequivocabile gesto effeminato, nell'incavo del braccio, l'avanbraccio piegato. 

Cardigan di colore sobrio,  c'è la crisi..., portato sopra una canotta che lascia intravvedere un petto glabro. 
Foulard che si intona al cardigan arrotolato attorno al collo, Jeans chiaro, capello corto ai lati col ciuffone sopra e borsa femminile (lo si capisce dai generosi manici senza tracolla) che porta con inequivocabile gesto effeminato, nell'incavo del braccio, l'avanbraccio piegato. 



Anche quando corre porta la borsa in quella scomoda posizione


Giratosi perchè De Sica\prete gli sta chiedendo dove sta andando

 

...il giovane gli risponde accennando un inchino verticale


Rispetto gli altri parrocchiani il nostro è più giovane, più magro, col fianco generoso, femmineo, dinoccolato, le ginocchia strette, il sorriso tra l'ebete e l'accondiscendente.
Non somiglia in nulla al cliché del giovane gay del mercato capitalista...

...che sarà anche effeminato ma ha un corpo palestrato, virile, dove la mancanza di peli pertiene più alla performance dell'atleta che alla de-virilizzazione del corpo maschile.

 

Con un colpo d'occhio notiamo la differenza antropologica dell'omosessuale rispetto al resto del gruppo.
Non ha alcuna caratteristica fisica in comune, nel vestiario, nel linguaggio del corpo, nella costituzione fisica. Per cui si potrebbe dire che l'omosessuale appartiene accidentalmente al genere maschile e che costituisce un genere a sé. Un terzo genere, un po' come pretende la teoria, sciagurata, del genere fluido



Dopo il suicido di Andrea si pretende di distinguere il bullismo dall'omofobia.

Questa immagine dimostra come alla base ci sia sempre l'idea maschilista e patriarcale della virilità.
Sei gracile? Dinoccolato? Vesti diverso?
Non sei virile.
Non sei maschio.
Sei diverso.
Dunque, sei frocio.

Un'appartenenza evidente che non puoi nascondere, e che ti rinfacceranno di ostentazione o di mancanza di discrezione.

Certo se invece di vestirti così ti uniformassi al cliché di genere degli altri uomini e ragazzi quelli ritratti lì con te, ti lascerebbero in pace.
Chissà nel mondo reale quanti degli altri ragazzi e uomini sono bisessuali o hanno un orientamento sessuale omo.
Ma in loro non si vede.
Anzi direi finché in loro non si vede saranno lasciati in pace.

Non volgi certo giustificare il bullismo omofobico a scuola.
Ma finché si fanno questi film possiamo davvero dire che la responsabilità è degli studenti e delle studenti omofobici\che?

E nessuno si azzardi a dire che si tratta di un film comico, che questa vuol essere solo una battuta, che infondo è una boutade.

Finchè battute coltivate in questo orizzonte etico (sic)  continueranno a essere percepite come innocui divertimenti nessuno di noi è al riparo dalla discriminazione maschilista e omofobica.
Poco importa se poi tu sia o no gay o se, anche essendo gay, non sei affatto goloso di cazzo. 

Lo sapeva bene Andrea, che pur non essendo gay non poteva portare lo smalto senza essere additato come un golosone.

Adesso mi chiedo, a che serve fare incontri a scuola contro l'omofobia se poi al cinema vediamo scene edificanti come questa?

Chi educa i produttori? Gli sceneggiatori? I registi?

Boicottiamo questo film perchè propala i più stantii luoghi comuni fascisti maschilisti e patriarcali.

La checchina golosa è solo la punta dell'iceberg.

Di seguito il trailer integrale.

I sughi e l'amore, anche tra due ragazzi e due ragazze. I nuovi spot sui sughi pronti di Althea.

Grazie al blog di Fabio vengo a conoscenza della campagna per i sughi Althea.

Sui siti di settore come Brand News e pubblicità Italia si legge che

Althea, storica azienda italiana di sughi pronti, per la prima volta comunica in tv e lo fa con una campagna multisoggetto. 
Cinque soggetti da 10” proseguono il percorso iniziato alcuni mesi fa e imperniato sul claim “Amore e sughi”, proponendo i sughi Althea come il frutto di un amore per la cucina autentico e incondizionato come quello che si dimostrano le cinque coppie ritratte in questi spot.
I protagonisti vengono colti in un attimo di intimità quotidiana, durante un pasto o poco prima di mangiare, mentre si baciano. 
Sono ritratti molto reali e molto contemporanei in cui fra le coppie compaiono anche due uomini e due donne che non nascondono il proprio amore.
A firmare l’intera operazione è la sede romana di McCann, con la direzione creativa di Alessandro Sciortino, anche copy, art Cristiana Guidi, executive producer Fabio Cimino. 
La casa di produzione è la Filmmaster Productions, con la regia di Andrea Noj.
UM, l’agenzia di strategia e pianificazione media guidata da Gianfranco Piccolo, ha curato la pianificazione media.

I 5 spot sono reperibili sulla rete, sparsi in siti vari.
Sul sito ufficiale dei sughi della casa fondata a Parma nel 1932 degli spot non c'è ancora traccia.
Sulla pagina Facebook ce ne sono solamente due e nessuno dei due riguardano le coppie di ragazzi  e ragazze.

Ecco i 5 spot.












Gli spot sono tutti caratterizzati da una coppia che si bacia e dal claim Althea amore e sughi Il primo spot vede un ragazzo e una ragazza in un campeggio.
Il secondo una coppia agée nella loro cucina,
il terzo una coppia più giovane della precedente, in quello che sembra l'atrio di un palazzo. Lo spot con le due ragazze ce le presenta in un interno, la sera, davanti la tv,
mentre i due ragazzi sono in un cortile interno della loro casa.

Ogni spot è sviluppato visivamente allo stesso modo.

La coppia si bacia mentre la macchina da presa panoramica da destra a sinistra o viceversa per andare a inquadrare il vasetto di sugo pronto mentre la coppia, pur rimanendo in campo, va fuori fuoco.

Le distanze da cui vengono ripresi i due soggetti sono essenzialmente le stesse.

Non ci sono differenze significative riguardo la prossemica.

Ogni coppia è trattata con la stessa importanza.

















Le uniche differenze significative riguardano la coppia agée tra la quale e la cinepresa si frappone un mobile, e dunque è giocoforza ripresa un po' più distante...


















e la coppia di ragazze i cui volti risultano meno visibili.















Anche nella coppia uomo donna nell'atrio quando si baciano il volto di lei scompare













ma si vede prima che si bacino.
















La coppia che si vede meglio per il punto di vista più ravvicinato è quella dei due ragazzi.
















Forse anche per questo il loro è il bacio più rigido dei cinque come potete notare in questo ingrandimento.

Il ragazzo di destra ha le labbra più serrate della storia dei baci in tv



però prima di baciare l'altro gli sorride aprendo le labbra.


L'altro ricambia il sorriso a fine bacio.















I sorrisi danno credibilità a un baci altrimenti molto finto e statico.

Tutti gli altri baci sono molto meno rigidi.

Molto tenero quello della coppia Agée e vero quello delle due ragazze che sembra fatto non per la cinepresa ma quasi rubato.

Nell'immaginario collettivo evocato e costituito da questi cinque spot viene meno il  cliché  della coppia omosessuale come coppia che ha a disposizione più soldi (perchè ipoteticamente senza figli).
Sulla rete i sono commenti di questo genere.

Qui le coppie più ricche sono quella ageé, la seconda coppia lui lei e quella delle due ragazze.
Mentre il ragazzo e la ragazza in campeggio e i due ragazzi proprio grazie alla loro giovinezza non sembrano avere ancora quel potere d'acquisito che sembrano avere le altre coppie perchè anagraficamente più grandi.

L'effetto davvero dirompente dei cinque spot non è solo o tanto la presenza delle due coppie dello stesso sesso ma il fatto che queste siano annoverate tra le altre coppie, quelle di sesso diverso, senza alcun marcatore differenziale, come invece capitava nello spot Ikea del quale ho già avuto modo di parlare.

Se nello spot Ikea c'è ancora il problema di mostrare il proprio orientamento sessuale queste cinque coppie pur essendo colte in un momento di intimità casalinga, o comunque in un momento privato, rappresentano cinque modi tra tante possibilità intercambiabili.

La coppia di ragazzi e di ragazzi sono quelle ma potrebbero benissimo essere le altre (agée o altolocate) e viceversa.



Tra i commenti della rete, oltre a quello di Fabio, ho trovato i soliti pessimi titoli ad effetto tra il cafone  il morboso  di Spetteguless Baci gay per i sughi Altea e Queer Blog Baci gay e lesbici nello spot dei sughi Althea che è fuorviante perchè sembra che nello stesso spot ci son tutti i tipi di baci mentre di spot ce ne sono ben 5.

Il sito distribuzione moderna, che non conoscevo, invece, nel riferirsi agli spot si  lamenta di quello omosessuale riferendosi solo a quello dei due ragazzi non menzionando, o ignorando, che ce n'è anche uno con due ragazze:
Per il suo primo sbarco in tv, Althea ha infatti deciso di diffondere, tra gli altri, un filmato in cui due giovani uomini (per l'intera durata del breve spot) si baciano teneramente sulla bocca. Vero è che il claim della campagna è "Sughi e amore", così come altrettanto vero è che non si tratta certo della prima volta in cui la campagna pubblicitaria di un'azienda del largo consumo tocca temi delicati come quelli dell'omosessualità (si ricordi per tutti quella di Ikea, diffusa nel marzo dello scorso anno in occasione dell'apertura del pdv di Catania, che recitava "Siamo aperti a tutte le famiglie" e nella quale si vedevano due uomini mano nella mano). Ma - ci chiediamo - era proprio necessario, per Althea, mostrare immagini così esplicite?
Siccome sono altrettanto esplicite le immagini delle coppie uomo-donna noi rigiriamo la stessa domanda all'anonimo (anonima?) autore\ice dell'articolo.


Ora resta solo da vedere quale sarà la visibilità televisiva di questi spot. Anche se la notiza è stata data il 4 dicembre scorso da nessuna parte si accenna a una data di messa in onda né su quale canale questi spot saranno programmati.

Come al solito chi sa mi evinca.


Agenzia McCann
Direzione Creativa Alessandro Sciortino
Art direction Cristiana Guidi
Account Supervisor Barbara Sarica
Executive Producer Fabio Cimino
Produzione FilmMaster
Executive Producer Fabrizio Razza
Regia Andrea Joblin
Musica Suoni